Pubblicato il: 06.07.2018
Formato: cm 10,5x15
Pagine: 84
Note: Con una nota critica di Fulvia Fiorino Dotoli
ISBN: 9788885863071
Collana: Cultural Tour 11
Viaggio pittoresco in Puglia
Da Terra di Bari a Taranto passando per Brindisi, Lecce, Otranto e Gallipoli
Autore: Jean B. Claude Richard (abate di Saint-Non)
Collana diretta da: Angelo Semeraro
Concept e illustrazione copertina: Alberto Giammaruco
Collana: Cultural Tour
1778, maggio. Jean B. Claude Richard abate di Saint-Non giunge nell’estremo lembo del Sud insieme a una équipe di incisori, disegnatori e altri artisti, per fermare su carta il “paesaggio pittoresco” di queste terre. Pittore e incisore egli stesso, ma anche fine letterato, Saint-Non segna il sorprendente incontro con i colori meridionali, la luce abbacinante, la vegetazione dalla qualità unica e irripetibile, come anche le architetture e il mare. Tutti elementi che cita nei suoi scritti e al contempo impressiona sulle tavole che qui si riportano accanto al testo. Ma le annotazioni del Voyage non offrono solo un interessante scorcio del paesaggio pugliese del Settecento: toccano anche usanze e tradizioni locali, costituendo una preziosa testimonianza della storia del tarantismo in Puglia. «E si legge una Puglia che, da Ariano, Troia e Lucera, fino alla Terra d’Otranto, appare come paese incantato, talvolta triste e selvaggio, in cui frutteti e orti fecondi si mescolano in un arcobaleno di boschetti, vigneti e oliveti, a rendere il paesaggio preziosamente cangiante, sconfinato da colline e dossi, lambito da onde carezzevoli, e scandito, tra l’azzurro del mare e il blu del cielo, da torri e campanili dagli stili più bizzarri» (dalla nota critica di Fulvia Fiorino Dotoli).
Estratto
II tempo delle favole comincia ad esser superato ma, siccome più esse sono stravaganti e più trovano chi ci crede, dobbiamo dire che tutte le favole scritte e ripetute tante volte a proposito della Tarantola appartengono a questo gruppo. Forse ancor oggi, nella zona e altrove, non ci si è ancora del tutto ricreduti. Certo è che questo brutto e grosso ragno, questo insetto per il quale c’è generalmente un’avversione naturale, esiste non solo a Taranto, ma anche in tutta la pianura pugliese, in tutta l’Italia meridionale e persino in Spagna. La tarantola, che nel suo dizionario Bonnard indica col nome di Ragno arrabbiato, somiglia per forma e aspetto ai nostri ragni domestici, ma è molto più forte e robusta in ogni parte. Essa ha le zampe e il ventre macchiettati di nero e bianco, il dorso nero e gli occhi dorati e scintillanti come quelli dei gatti al buio. È possibile che durante il grande caldo il suo morso sia forse più velenoso che in altri periodi, ma quanto agli strani effetti, a quel gusto per la musica e la danza che si suppongono in coloro che sono stati morsi, e a tutti quei fenomeni di cui parecchi viaggiatori si sono compiaciuti di arricchire le loro relazioni, non si possono aver dubbi che il pregiudizio, l’ignoranza, e soprattutto l’immaginazione esaltata degli Italiani abbiano dato lo spunto per tutti i racconti ridicoli e le stravaganze fatte e scritte in proposito, su cui, nondimeno, seri e dotti personaggi si sono persi in lunghe e vane dissertazioni.