Pubblicato il: 11.03.2022
Formato: cm 16,5x22,5
Pagine: 184
ISBN: 9788898773688
Collana: Pensieri meridiani _ 09
Carmelo Bene e altre eresie
A cura di: Franco Ungaro
Collana: Pensieri meridiani
Quali le domande e le sfide che Carmelo Bene continua a lanciarci? E quali domande possiamo rivolgere a Carmelo Bene, se assumiamo il punto di vista del Sud? Cosa rappresentano il Sud e il Salento nel suo immaginario? E ha senso oggi interrogarlo con questa prospettiva? Cos’è il Sud del Sud dei santi? Quali i punti di contatto tra Carmelo Bene e la schiera degli eretici meridionali? E chi sono gli eretici meridionali?
Su questi interrogativi si è tenuta a Copertino (Le) l’1 novembre 2021, una sessione di lavoro “Carmelo Bene e altre eresie” nell’ambito dell’incontro seminariale “Che fare del Sud?” che ha permesso di scoprire traiettorie comuni o parallele, connessioni sorprendenti e inedite di Carmelo Bene con figure eretiche del Sud: Franco Cassano, Vittorio Bodini, Ernesto de Martino, Vittore Fiore e i tanti eretici espressi dalla cultura meridionale.
Questo volume raccoglie gli stimolanti e originali interventi di Francesco Ceraolo, Franco Chiarello, Stefano De Matteis, Antonio Errico, Piergiorgio Giacchè, Simone Giorgino e Franco Vitelli. A questi si aggiungono sei interviste di Franco Ungaro a Goffredo Fofi, all’attore Roberto Latini, agli artisti Luigi Presicce, Orodè Deoro e Miguel Angel Valdivia, al collaboratore e amico di Carmelo, Matteo Bavera, tutte personalità che nel loro percorso in forme e tempi diversi hanno incrociato Carmelo Bene e con le quali si è dialogato anche sull’idea di una possibile/impossibile eredità artistica.
Nella consapevolezza di come non si è ancora ragionato abbastanza su Carmelo Bene e il Sud e non sia ancora emerso un comune ritrovarsi sull’idea di “Sud eretico”, altro dalle convenzioni usate e abusate della questione meridionale, inchiodate tutte ai paradigmi dello sviluppo e del sottosviluppo, del Nord tecnologico e del Sud arretrato, delle maggioranze e delle minoranze; questo volume rappresenta un’autobiografia collettiva, uno scambio sincero di doni e di esperienze da custodire nel tempo e nel tempio, dove le parole, le conoscenze, le intuizioni e le visioni degli uni vengono condivise ed elaborate dagli altri, come una consegna di testimone fra generazioni, come una consapevolezza nuova sulle sfide che attendono il Sud e che saranno soprattutto sfide culturali.