La Betissa

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«io continuo a scrivere,
continuo a cercare parole che dicano,
che facciano fede
ai diversi e a volte strani momenti della mia vita»

La Betissa, pubblicata per la prima volta nel 1987, è una disperata favola a tinte fosche, un allucinato viaggio nell’inconscio e nel linguaggio che rappresenta una svolta decisiva nella ricerca espressiva di Antonio Verri, ora concentrata a indagare ossessivamente le relazioni che intercorrono fra le parole e le cose, fra il mondo e il libro che tenta di ricrearlo, in uno sforzo costante di trascrizione di quella varietà cosmica e disarmonica in un’opera chiusa, conclusiva e allo stesso tempo sempre in progress, aperta, sfuggente.

Nella Betissa il riferimento al teatro non deve fare pensare a una dimensione realistica, dove trama e personaggi alimentano un piano narrativo naturalistico. Semmai la spinta surreale e iper-reale trova linfa proprio nella moltiplicazione dei piani che muove dal meccanismo teatrale. Lì, nell’ambiguità dello spazio della rappresentazione il contrasto tra vita e finzione, tra desiderio e tremore, tra sogno e carne concreta trova la propria molteplice collocazione. Vita e illusione, erranza e différance della vita, nella vita, nella scrittura-corpo, nel corpo a corpo che la scrittura di Verri ingaggia con l’esistere. [Fabio Tolledi]<

Declaro 03

Scheda tecnica

Pubblicato il
11.05.2022
Formato
13x18
Pagine
120
Note
Con uno scritto di Fabio Tolledi
sottotitolo
Storia composita dell’uomo dei curli e di una grassa signora

Riferimenti Specifici

isbn
9788898773442
ean13
9788898773442