Pubblicato il: 19.01.2022
Formato: 13x18
Pagine: 126
Note: Con uno scritto di Luciano Pagano
ISBN: 9788885863033
Collana: Declaro 02
Il pane sotto la neve
(per Otranto, per occasioni)
Autore: Antonio L. Verri
Collana: Declaro
Il pane sotto la neve (per Otranto, per occasioni) è l’esordio di Antonio L. Verri, pubblicato per la prima volta nel 1983, nella stessa collana inaugurata, solo pochi mesi prima, da un altro libro di culto della poesia del «Sud del Sud dei Santi», Forse ci siamo di Salvatore Toma. Il confronto con la propria vocazione letteraria e con le proprie radici, che è anche un fare i conti con le tradizioni, la storia, la letteratura e l’arte dell’Heimat, della piccola patria (il «sibilo lungo» della cultura contadina, il sacco di Otranto, Carmelo Bene, Vittorio Bodini, Rina Durante…), è il cuore pulsante delle poesie e delle prose sperimentali confluite in questa debordante raccolta-manifesto.
«Il pane sotto la neve è una raccolta unica nel suo genere, emblematica, perché a partire da un’occasione storica, quella di Otranto, e dalle occasioni letterarie, dagli incontri con maestri di inchiostro e di sangue, riesce a sigillare per sempre un anelito fortissimo per una rivoluzione di senso che sola può provenire da una pratica politica della poesia. «Fate solo quel che v’incanta», così scrive Antonio Verri, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta; ricordare questo monito poetico e riproporlo oggi, in un’epoca di disillusione e smarrimento di tutto ciò che è incanto, è uno dei messaggi più forti della scrittura di Verri, che nasce e si muove nell’alveo della poesia anche quando diviene prosa, cronaca. [...] Non è più la realtà a diventare materia poetica, ma è la materia poetica che diviene realtà, attraverso i termini e i modi che Antonio Verri statuisce, scrivendo, con l’antico, un dizionario del nuovo. Influenzato in ciò da quelli che sono i suoi riferimenti letterari, ma spinto soprattutto da un lirismo primigenio, con una ricerca sul senso che si accompagna a una profonda acutezza dell’udito, quasi all’auscultazione-ricerca di un suono inaudito, mostruoso, anch’esso naturale» [Luciano Pagano].