La luna c'è sempre
Nei vicoli maleodoranti di uno slum, come quello di Korogocho (periferia di Nairobi), la perversione e la cattiveria umana sembrano aver traviato irrimediabilmente la vita di Mama Marion; ma lei riesce, nonostante tutto, a far sopravvivere dentro di sé il ricordo di coloro che l’hanno condotta ed edotta all’idea di bello e di bene.
Mama Marion continua così ad attraversare, sino a quando le è concesso, le bellissime storie di coloro che sono entrati nella sua vita, e grazie ai loro ricordi riesce quasi ad anestetizzare la sua estrema miseria, il suo profondo dolore e la sua apparente ignoranza.
Il suo racconto è dunque evocativo di un viaggio introspettivo che ogni uomo può compiere solo in un rapporto dialogico con un vate, un mentore o un’anima compagna. La luna a volte sembra sparire, ma sino a quando gli altri si faranno manifesti nella nostra vita, si potrà certamente affermare che «la luna c’è sempre».<