Everett C. Hughes
Everett Cherrington Hughes (1897-1983),
sociologo di origine canadese, tra i principali artefici dello sviluppo della sociologia negli Stati Uniti, è stato esponente di spicco della Scuola di Chicago, nella cui università ha svolto il proprio percorso formativo e dove, dopo una parentesi in Canada, ha insegnato tra il 1938 e il 1961, per concludere poi la sua attività di docente, come professore emerito, nelle sedi di McGill e Brandeis (Boston College).
Allievo tra gli altri di Park, Thomas e Faris, è stato studioso della razza e delle relazioni etniche, metodologo della ricerca e dell’indagine sul campo, del lavoro e dei processi di industrializzazione e organizzazione, e, all’interno di questo, della medicina. Fautore dei metodi qualitativi e espressione di un rapporto diretto tra la prima e la seconda Scuola di Chicago, ha rappresentato a pieno la storia e la riflessione teorica di quella comunità scientifica. È stato, tra l’altro, direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Chicago (1952-’56), e, nel ’63, presidente dell’American Sociological Association.
Tra le sue opere principali Men and their Work (1958), volume contenente tredici suoi scritti, attenti al rilievo sociale e individuale delle occupazioni, Boys in White (1961, insieme a H. Becker, B. Geer, A. Strauss) e Making the Grade (1968, insieme a H. Becker e B. Geer) studi sulle scuole mediche, e The Sociological Eye: Selected Papers (1971) opera curata da Howard Becker, che raccoglie una selezione ampia dei suoi principali scritti sui temi dei quali fu esponente di rilievo.